I lavori di restauro e il progetto di valorizzazione dell’ Abbazia di Camogli riportano alla luce una pagina nascosta della sua storia e la proiettano nel futuro.
Giovedì 18 maggio la chiesa dell’Abbazia di San Fruttuoso ha accolto la presentazione degli ultimi interventi di restauro e del progetto di valorizzazione del bene FAI di Camogli. All’incontro sono intervenuti il presidente FAI Andrea Carandini, il vicepresidente FAI Marco Magnifico, il sindaco di Camogli Francesco Olivari, il presidente del Parco di Portofino Paolo Donadoni, e la Soprintendenza, con l’architetto Andrea Canziani e la dirigente Nadia Campana in rappresentanza del soprintendenteVincenzo Tinè, il professor Gino Fornaciari, docente di Paleopatologia dell’Università di Pisa, MarcoNocivelli, presidente e amministratore delegato del gruppo Epta, Giovanni Cataldi, sostenitore FAI.
Nuova vita per la fonte
All’Abbazia di San Fruttuoso realtà e leggenda si intrecciano: si racconta che i resti mortali del martire cristiano Fruttuoso giunsero dalla Spagna via mare, custoditi da due presbiteri. Un angelo apparve in sogno a uno dei due religiosi e chiese di fondare una chiesa dedicata al Santo nel punto in cui sgorgava una fonte d’acqua. La piccola chiesa di San Fruttuoso sorge in corrispondenza di questa sorgente che zampilla sotto gli arconi dell’Abbazia, una fonte di vita che per decenni è stata dimenticata, nascosta dal retro di un ristorante. Ora il ristorante ha trovato posto in un locale attiguo alla chiesa e la fonte è stata resa accessibile ai visitatori.
“Oggi, finalmente, abbiamo realizzato un sogno: la fonte è stata liberata!” ha annunciato Marco Magnifico. Il vicepresidente esecutivo del FAI ha aperto l’incontro ringraziando quanti hanno contribuito al restauro dell’Abbazia: Compagnia San Paolo, Gruppo Epta, Giovanni Cataldi, Fondazione Ludovico degli Uberti e tanti privati. Magnifico ha poi sottolineato l’importanza della sinergia che esiste oggi tra le istituzioni e pemette di ottenere risultati eccellenti, come è stato per l’Abbazia di San Fruttuoso.
Marco Nocivelli, presidente ed amministratore delegato del Gruppo Epta, ha dedicato un pensiero commosso al padre Luigi, fondatore dell’Azienda e grande amico del FAI, spiegando che in sua memoria la famiglia ha scelto di sostenere il restauro delle facciate dell’Abbazia. Giovanni Cataldi ha invece dedicato alla memoria dei genitori Giovanni e Maria i restauri della Torre Nolare, primo capitolo del piano quinquennale di restauri dell’abbazia, già realizzati nel 2014.
Un restauro che c’è ma non si vede
A Roberto Segattini, responsabile Ufficio tecnico FAI, il compito di descrivere gli interventi che hanno interessato l’Abbazia: “un restauro che c’è ma non si vede”. Un restauro conservativo, che ha mantenuto la storicità del dato materico mediante delicate operazioni di pulitura volte a eliminare muschi, licheni, patine che nel tempo si sono depositate sulle superfici, procedendo poi con la stuccatura di fessurazioni, la ristilatura dei giunti e le operazioni di velatura degli intonaci. Si è verificata la stabilità dei conci in pietra riposizionando quelli instabili, in modo da garantire la sicurezza di tutte le persone che frequentano la spiaggia e mantenendo l’autenticità del bene.
Sia per il cantiere che ha interessato la Torre Nolare che per il restauro conservativo delle facciate, nella fase iniziale è stato necessario affrontare i problemi logistici legati al trasporto del materiale, dei ponteggi e delle attrezzature necessarie. L’Abbazia di San Fruttuoso è infatti raggiungibile solo a piedi con 90 minuti di cammino o via mare, condizione che rende molto difficoltoso gestire i trasporti eccezionali, come nel caso dell’allestimento di grandi cantieri. Per il ponteggio sulla facciata fronte mare si è scelto di utilizzare come ancoraggio le aperture della facciata, utilizzando la tecnica dell’incravattatura che, tramite la rimozione dei vetri e l’apertura dei serramenti, ha permesso di collegare le strutture interna ed esterna del ponteggio.
Per quanto riguarda la Torre Nolare si è deciso di lavorare con un ponteggio sospeso che non gravasse sulle strutture della chiesa sottostante, rifornendo il cantiere tramite l’uso di elicottero. Mentre il trasporto dei materiali necessari all’allestimento dei ponteggi e del cantiere per la pulitura delle facciate è stato trasportato via mare con una enorme chiatta – detta pontone – arrivata dal porto di Genova.
Inoltre quello che avrebbe potuto essere un disagio per i visitatori è però diventato un’occasione preziosa per ammirare da vicino il “dietro le quinte” dei lavori in corso con l’iniziativa Aperti per restauro. Numerose le persone che hanno scelto di partecipare agli incontri: guidati dal restauratore sui ponteggi i visitatori, muniti di elmetti e sospesi a 7 metri di altezza dalla spiaggia, hanno osservato da vicino la qualità dell’intervento; insegnanti, giovani, famiglie con bambini e curiosi hanno così potuto sfiorare con le dita quella “pelle”, che da aprile a dicembre 2016 è stata ripulita da polveri e croste e rimessa a nuovo integrando le parti mancanti o lacunose, grazie anche al supporto degli studenti del corso di ingegneria edile dell’Università di Genova.
Una storia in cammino
“Quella dell’Abbazia è una storia in cammino – ha spiegato Daniela Bruno, responsabile Ufficio valorizzazione FAI – che merita di essere approfondita. Com’era la chiesa più antica, che oggi appare come una cripta? E perché questo monastero così remoto attirò nei secoli l’attenzione di potenti famiglie locali, come i Doria, e ancor prima le benevolenze di Papi e imperatori? Chi riposa nel sepolcreto dei Doria? E perché si conserva qui il frammento della chiglia di un piroscafo inglese naufragato a metà Ottocento? Oggi possiamo ricorrere a nuove tecnologie di indagine e studio e la ricerca scientifica negli ultimi trent’anni ha svelato novità che arricchiscono il racconto di questo luogo. Per scrivere le pagine mancanti di questo racconto il FAI si è affidato alle Università di Genova e di Pisa e alla Soprintendenza della Liguria, con cui per tutto il 2017 sarà attivo un accordo di collaborazione speciale. Docenti specializzati in storia, archeologia, e perfino in antropologia forense, saranno presenti e attivi nell’Abbazia nei prossimi mesi per riordinare i reperti, approfondire rilievi, analisi e scavi, e perfino per rimuovere le pesanti lastre che coprono le tombe degli antenati dei Doria, inesplorate custodi di una storia ignota. Il pubblico incontrerà archeologi al lavoro e restauratori intenti a ripulire i preziosi stucchi che adornavano la chiesa medievale, e che torneranno in Abbazia dopo una lunga assenza. Sarà un laboratorio aperto a tutti, arricchito da un nuovo allestimento museale e con un calendario di attività per grandi e bambini. Grazie alle conoscenze raccolte, il FAI sarà in grado di riaprire nel 2018 un nuovo cantiere di restauro che andrà a migliorare i percorsi di visita, estendendoli al Parco e all’Area Marina protetta, finalmente fruibili dagli amanti delle passeggiate naturalistiche e delle immersioni subacquee.
Dal FAI un esempio virtuoso
“Il nostro dovere verso questa abbazia è conservarla, gestirla al meglio e renderla fruibile: i monumenti se non vengono visitati, muoiono”. Così ha concluso la giornata il presidente del FAI Andrea Carandini, auspicando che il progetto legato alla conservazione e valorizzazione di San Fruttuoso possano costituire un esempio virtuoso capace di contagiare tutto il Paese.
GRAZIE A…
Si ringrazia la Regione Liguria per l’Accordo di Programma volto alla valorizzazione del borgo di San Fruttuoso e per il sostegno nella realizzazione del nuovo ristoro e nel riordino di alcune aree minori del complesso abbaziale.
Grazie a Compagnia di San Paolo per il determinante sostegno con cui dal 2005 ha voluto contribuire agli interventi di restauro sulla Chiesa, sulla torre nolare e sulle facciate per la rinascita dell’abbazia.Si ringraziano Gruppo Epta e la famiglia Nocivelli per il fondamentale contributo all’intervento sulle facciate dell’abbazia, in ricordo di Luigi Nocivelli, grande imprenditore e amico del FAI.
Si ringrazia Giovanni Cataldi per aver donato il restauro della torre nolare in ricordo dei suoi genitori Francesco e Maria Cataldi.
Si ringrazia la Fondazione Ludovico degli Uberti per essere ancora una volta al fianco del FAI sponsorizzando 6 borse di studio dell’Università degli Studi di Genova intitolate a Ludovico degli Uberti, grazie alle quali verrà sviluppato il progetto di valorizzazione dell’abbazia.
Grazie al Comune di Camogli per l’importante ricerca storica d’archivio.Si ringraziano il Dipartimento di Scienze per l’Architettura dell’Università degli Studi di Genova e in particolare il Prof. Arch. Stefano Musso e l’Arch. Rita Vecchiattini che dal 2013 collaborano con il FAI attraverso attività di ricerca e consulenza per la definizione dei migliori e più appropriati metodi, tecniche e prodotti per la conservazione delle superfici laterizie e lapidee.
Il FAI ringrazia il Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia, Geografia e il Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo dell’Università degli Studi di Genova e il Dipartimento di Paleopatologia dell’Università degli Studi di Pisa per la collaborazione al progetto di studio e ricerca sull’Abbazia di San Fruttuoso.
Si ringrazia la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona per aver sempre accolto con partecipazione e interesse le attività della Fondazione e per aver creduto e sostenuto fin dall’inizio il progetto di studio e di valorizzazione dell’Abbazia.
Fonte: https://www.fondoambiente.it/news/abbazia-di-san-fruttuoso-verso-il-futuro